INIZIATIVA DI MONS. DIAMARE PER CASSINO PROVINCIA

INIZIATIVA DI MONS. DIAMARE PER CASSINO PROVINCIA

MONS. DIAMARE IN UN MOMENTO CRUCIALE PER IL TERRITORIO

Estate 1927. A quel tem­po, la provin­cia di Frosi­none era sta­ta cos­ti­tui­ta da qualche mese appe­na. Che Cassi­no non avesse manda­to giù la cosa, è facile immag­i­narlo; d’altro can­to, però, è anche doveroso dire che essa non si attivò più di tan­to per sup­port­are adeguata­mente tale sua prete­sa: né più né meno, insom­ma, di quan­to è accadu­to in tem­pi abbas­tan­za recen­ti e forse anche attuali.

Quan­do, sul finire del 1926, si seppe che Frosi­none sta­va per diventare capolu­o­go, una del­egazione di avvo­cati di Cassi­no chiese ed ottenne di essere rice­vu­ta dal Duce per prospettare diret­ta­mente al capo del Gov­er­no le pretese del­la loro cit­tà. Ma la cosa non sortì effet­to alcuno anche per­ché pare che Mus­soli­ni era forte­mente con­vin­to che Cassi­no fos­se un covo di massoni.

Poi, a cosa fat­ta, o qua­si, ovvero pro­prio quel 6 dicem­bre 1926 che il con­siglio dei min­istri decise l’istituzione di 17 nuove province, tra cui quel­la di Frosi­none, par­tirono da Cassi­no, alla stes­sa ora, le 10,05, due telegram­mi, uno ind­i­riz­za­to al “S.E. il Pri­mo Min­istro”, l’altro al “Min­istro Interni”, con i quali, in un estremo, molto flebile e comunque poco con­vin­to ten­ta­ti­vo, si sug­geri­va di non portare a com­pi­men­to il prog­et­to rel­a­ti­vo all’istituzione del­la provin­cia di Frosi­none: “Cit­tad­i­nan­za tut­ta Cassi­no cen­tro nat­u­rale set­ten­tri­onale provin­cia Caser­ta cen­tro nat­u­rale comu­ni­cazioni equidis­tan­za Roma-Napoli coster­na­ta notizia smem­bra­men­to Ter­ra Lavoro pre­oc­cu­pa­ta sua sorte pre­ga devota­mente E.V. provvedere accer­ta­men­to reale situ­azione eco­nom­i­ca topografi­ca nuo­va provin­cia”. A fir­mare entram­bi i telegram­mi era­no, nell’ordine, “Sin­da­co (prob­a­bil­mente era anco­ra Giulio Pegaz­zani, ndr) Seg­re­tario sin­da­ca­to fascista, Pres­i­dente asso­ci­azione com­bat­ten­ti, Soci­età opera­ia di mutuo soc­cor­so, Soci­età pro­gres­sista di mutuo soc­cor­so, Ordine procu­ra­tori, Seg­re­tario sin­da­ca­to inseg­nan­ti, Seg­re­tario sin­da­ca­to com­mer­ciati”.

Che si trat­tò di una inizia­ti­va attua­ta tan­to per far qual­cosa, appare piut­tosto evi­dente. Non si esclude, tut­tavia, che essa pos­sa aver offer­to lo spun­to per affrontare il prob­le­ma con mag­gior deter­mi­nazione soprat­tut­to a segui­to del notev­ole ridi­men­sion­a­men­to del ter­ri­to­rio già attribuito alla neona­ta provin­cia di Frosi­none, attua­to dal decre­to del 2 gen­naio 1927, che di fat­to la pri­va­va  del litorale tir­reni­co, ovvero dell’intero cir­con­dario di Gae­ta e parte di quel­lo di Velletri.

C’è da sup­porre, infat­ti, che ques­ta “revi­sione” in neg­a­ti­vo del ter­ri­to­rio del­la neona­ta provin­cia abbia spin­to Cassi­no nell’estate suc­ces­si­va a far­si di nuo­vo avan­ti ed a ripro­porre la pro­pria can­di­datu­ra. Cosa che fece per il tramite dell’abate di Mon­te­cassi­no, mons. Gre­go­rio Dia­mare,  il quale, appun­to, si fece cari­co del­la ques­tione ed incon­trò il sot­toseg­re­tario agli  Interni Gia­co­mo Suar­do: “S.E. l’Arciabate di Mon­te­cassi­no, che ho rice­vu­to per incar­i­co di S. E. il Capo del Gov­er­no, ha chiesto l’interessamento di ques­ta Pres­i­den­za per l’accoglimento dei min­is­teri inter­es­sati del voto con­cer­nente (…) la cos­ti­tuzione del­la Provin­cia di Cassi­no com­pren­den­dovi i vec­chi cir­con­dari di Sora e di Gae­ta”. Era il 27 agos­to 1927. Nel fas­ci­co­lo nel quale pres­so l’Archivio cen­trale del­lo Sta­to (Pres­i­den­za Con­siglio dei Min­istri, Gabi­net­to, 1927, 1/6.1., f. 3299) può rin­trac­cia­r­si ques­ta dichiarazione auto­grafa del sot­toseg­re­tario Suar­do si con­ser­va anche un anon­i­mo pro-memo­ria scrit­to a macchi­na, che si sup­pone con­seg­na­to dall’abate in occa­sione dell’incontro, nel quale si speci­fi­ca che la nuo­va provin­cia, la quale non andrà al di là del fiume Garigliano, in prat­i­ca sarebbe sta­ta for­ma­ta dai baci­ni medio e bas­so del fiume Liri. Cos­ic­ché, si legge, “geografi­ca­mente e geo­logi­ca­mente essa cos­ti­tuirebbe una realtà ben defini­ta risul­tan­do com­pos­ta dal­la cate­na del Meta, con le sue dira­mazioni, la pia­nu­ra del Liri, i grup­pi dei mon­ti Ausoni e Aurun­ci. Lo sboc­co nat­u­rale del­la val­la­ta, ed il cen­tro prin­ci­pale, sarebbe Cassi­no, pos­to sul­la lin­ea fer­roviaria Roma-Napoli e nodo di tutte le strade rota­bili del­la regione”.

Ma, così facen­do, a Frosi­none cosa resterebbe? A ques­ta provin­cia, si legge sem­pre nel cita­to pro-memo­ria, “si potreb­bero aggiun­gere i comu­ni di Sezze, Cori, Cis­ter­na di Roma, Nor­ma, Ser­mon­e­ta, Bassiano, Roc­ca­mas­si­ma e Ter­raci­na con tut­ta la zona delle Palu­di pon­tine”. In questo modo le due province avreb­bero ognuna sui 300mila abi­tan­ti e ver­rebbe nel con­tem­po attua­to “il con­cet­to che ha infor­ma­to il Gov­er­no Nazionale per la cos­ti­tuzione delle nuove provin­cie [che] è sta­to quel­lo di ridurre la super­fi­cie e la popo­lazione di cias­cu­na per una migliore ammin­is­trazione e per una mag­giore sorveg­lian­za polit­i­ca da parte dell’Autorità Prefet­tizia”“Con­cet­to” che, però, si fa ril­e­vare, “nel Lazio non è sta­to segui­to”.

La richi­es­ta, però, las­cia il tem­po che tro­va. Il min­is­tero degli Interni, infat­ti, nel relazionare la pres­i­den­za del Con­siglio dei min­istri (set­tem­bre 1927, prot. 7842) scrive tra l’altro che “la ques­tione con­cer­nente l’istituzione di una provin­cia con capolu­o­go in Cassi­no for­mò già ogget­to di esame in occa­sione del recente rior­di­na­men­to delle cir­co­scrizioni provin­ciali, ma non fu ritenu­ta meritev­ole, per ragioni diverse, d’esser pre­sa in con­sid­er­azione.  D’altronde, S.E. il Capo del Gov­er­no, aven­do testé esam­i­nati casi analoghi, ha dis­pos­to, in mas­si­ma, di rin­viare ad altro tem­po qual­si­asi stu­dio per even­tu­ali ritoc­chi alle cir­co­scrizioni provin­ciali”.

Per la cronaca, l’intervento del padre abate non fu lim­i­ta­to alla sola richi­es­ta di isti­tuzione di una nuo­va provin­cia che avesse capolu­o­go Cassi­no. Mons. Dia­mare, infat­ti, nel­la medes­i­ma cir­costan­za per­orò la causa del­la scuo­la per allievi cara­binieri, a propos­i­to del­la quale cor­re­va voce che dovesse essere sposta­ta da Cassi­no, e quel­la del tri­bunale per il man­ten­i­men­to del­la cir­co­scrizione giudiziaria, per la cronaca già in parte muti­la­ta nel 1923 quan­do venne pri­va­ta, nell’ambito del rias­set­to delle cir­co­scrizioni giudiziarie, dei man­da­men­ti di Pon­za, Ses­sa Aurun­ca e Carinola.

Deve dirsi, purtrop­po, che l’intervento di mons. Dia­mare non sortì gli effet­ti sperati. Del­la provin­cia, già si è det­to. La scuo­la allievi cara­binieri, che pur ave­va fat­to reg­is­trare sino a 7 mila pre­sen­ze, con quali ben­efi­ci per l’economia locale è facile intuire, venne sos­ti­tui­ta con la direzione di artiglierie men­tre alla cir­co­scrizione giudiziaria, con regio decre­to 31 mag­gio 1928, n. 1320, furono sot­trat­ti i man­da­men­ti di Fon­di, Gae­ta e Minturno.

C’era, infine, una quar­ta causa che l’abate Dia­mare per­orò nel­la medes­i­ma cir­costan­za, sem­pre per con­to ed in nome di Cassi­no: autor­iz­zare questo comune a con­trarre all’estero un presti­to di 10 mil­ioni di lire per l’esecuzione del piano rego­la­tore il cui prog­et­to “sarebbe sta­to approva­to”, evi­den­zia di suo pug­no il sot­toseg­re­tario Suar­do, con r.d.l. del 2 luglio 1919. Con quale esi­to, però, non  è dato sapere.

© Costan­ti­no Jadeco­la, 2002

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