“Febbre da treno” / 4 DESTINAZIONE MARE: MA PER SUIO O PER AUSONIA?
Erano gli inizi del 1907 (2 gennaio) quando ‘emerge’ una iniziativa riconducibile a Enrico Ferruzzi, «già concessionario della ferrovia Cassino-Atina-Sora», il quale, «compreso della grande utilità che sarà per derivarne, ha fatto studiare un progetto di ferrovia che, partendo da Formia, per Esperia, abbia termine a Roccasecca e a Cassino». Con una comunicazione a stampa su carta bollata da 50 centesimi inviata ai comuni interessati, un suo incaricato comunica che, «sotto gli auspici degli uomini politici di Terra di Lavoro», sono stati avviati gli studi del caso da presentare al Governo anche al fine di poter beneficiare dei sussidi previsti per gli enti locali che prendano iniziative legate alla realizzazione di ferrovie economiche. Insomma, bisogna impegnarsi a versare un sussidio annuo di lire 200 ed a redigere la relativa delibera secondo uno schema predisposto. La giunta comunale di Sant’Apollinare (Cav. Giuseppe Ronzio, sindaco; Antonio Ronzio e Criolione Teodoro, assessori) è piuttosto sollecita nel riscontrare l’iniziativa se, riunitasi già il successivo giorno 11, delibera, addirittura ‘in via d’urgenza’, la propria adesione. Trattandosi di una delibera ‘suggerita’, è difficile poter rintracciare nel testo spunti di originalità. Tuttavia da essa apprendiamo che la larghezza della ‘strada’ sarà di tre metri e che gli eventuali alberi presenti sul tracciato verranno tagliati dal costruttore restando però di proprietà del comune che dovrà provvedere al loro immediato spostamento in altro luogo.
Il 17 febbraio 1907 il sindaco di Rocca d’Evandro, marchese Francesco Cedronio, porta a conoscenza del consiglio comunale quella che lui stesso definisce la «gravissima questione che si agita in questi giorni»: cioè, «dovendosi allacciare il circondario di Cassino con quello di Gaeta con una linea ferroviaria deve preferirsi il tracciato per Ausonia o quello per la vallata del Garigliano e quale dei due merita il sussidio chilometrico da parte dell’Amministrazione provinciale? Il commendator Achille Visocchi», dice tra l’altro il marchese Cedronio nel suo intervento, «deputato di Cassino e vanto delle contrade nostre che tanto zelo ed attività spiega nel loro miglioramento appoggiò nel 1901 un progetto di ferrovia redatto dall’Ingegnere Palazzi per congiungere la stazione di Cassino con quella di Castelforte», che era stata inaugurata il 3 maggio 1892 (SS. Cosma e Damiano-Castelforte-Suio) insieme alla ferrovia Sparanise-Gaeta, linea che avrebbe acquisito notevole importanza da quando, il 17 luglio 1922, viene inaugurata la tratta Roma-Formia della direttissima Roma-Napoli, poi aperta definitivamente al traffico il 28 ottobre 1927. «Un progetto», aggiunge Cedronio, «che oggi si vorrebbe mettere in dimenticanza per mandare avanti quello per Ausonia. I vantaggi ed i pregi di detta ferrovia riassunti nella relazione al progetto Palazzi sono di essere la più diretta comunicazione fra due ferrovie importanti (Napoli-Roma e Sparanise-Gaeta); fra l’attuale Napoli-Roma e la nuova direttissima a costruirsi; di agevolare il transito delle merci dall’Abruzzo al mare; di agevolare in caso di bisogno il trasporto dei militari in Gaeta non potendo i treni transitare sulla linea di Sparanise; di attraversare la valle del Garigliano facendo gli interessi di oltre 60mila abitanti contro i 10mila quanto ne costituiscono i comuni sulla linea di Ausonia, che pure hanno una rotabile bella e costruita in condizioni invidiabili; di essere la più breve ed economica a far risorgere infine le abbandonate terme di Suio. Solo chi non conosce la contrada potrà dire che sia più vantaggioso salire sui monti di Ausonia anziché ridar vita e benefici alla contrada di Suio tanto benemerita dall’umanità sofferente».
Intanto, il 13 febbraio 1909, il ministero dei LL.PP., Ufficio speciale delle Ferrovie, comunica al Presidente della Deputazione provinciale di Caserta, che sono pervenute al ministero tre domande di concessione di ferrovie che si intenderebbe realizzare fra Roccasecca e Cassino da un lato e il golfo di Gaeta dall’altro: la prima è la Roccasecca-Formia proposta dal comm. Ernesto Coppola su progetto dell’ing. Bottazzi; la seconda è la Roccasecca-Esperia-San Giorgio a Liri-Terme di Sujo-Formia (con una variazione per Ausonia) presentata e progettata dall’ing. Andrea D’Ettore; la terza, infine, è la ferrovia elettrica Cassino-Formia (con diramazione da Esperia a Roccasecca) per la quale ha avanzato richiesta il sig. Enrico Ferruzzi su progetto di massima redatto dall’ing. Tenso. In tutte e tre le domande, però, c’è qualcosa che non va e che il ministero, ovviamente, evidenzia.
Nel piano finanziario contenuto nella ‘domanda Coppola’ si parla di un sussidio da parte della provincia di Caserta «di annue L. 500 a km. per 70 anni» mentre, diversamente, nella delibera della Deputazione provinciale del 15 aprile 1907 si parla di 35 e non di 70 anni.
La stessa cosa vale anche per la ‘domanda D’Ettorre’ nel cui piano finanziario, peraltro, «si prende a calcolo una somma di sussidi comunali di L. 15.000 annue per 70 anni, senza che ciò si faccia risultare da apposite e regolari deliberazioni».
Non diversa è la situazione per la ‘domanda Ferruzzi’: si parla delle solite 500 lire a km per la durata di 60 anni mentre dalla relativa delibera del 21 aprile 1907 risulterebbero i soliti 35 anni. Anche in questo caso si accenna a «contributi comunali» per lire 11.600 annuali senza che, però, ci siano ‘pezze d’appoggio’ da parte degli enti eroganti.
Alla luce di tutto ciò, il ministero in sostanza chiede alla Deputazione provinciale di Caserta l’ammontare e la durata del sussidio che intende concedere e, agli interessati, di presentare le deliberazioni che verranno prodotte in tal senso corredate dell’approvazione dell’autorità tutoria.
Il consiglio provinciale di Caserta, presidente Benedetto Nicoletti, il 30 ottobre 1909 ribadisce che il 15 aprile di due anni prima esso si era espresso per un sussidio chilometrico di annue lire 500 per la durata di anni 35 a favore di chi — Coppola, D’Ettorre e Ferruzzi — avrebbe avuto il permesso dal Ministero di costruire la progettata ferrovia. Ma si aggiunge anche che il consiglio stesso avrebbe considerato nullo ogni impegno se entro diciotto mesi dalla comunicazione della deliberazione stessa agli interessati, avvenuta il 13 maggio 1907, non si fosse ottenuta la prevista concessione governativa. Nel ritenere dunque sciolto l’impegno preso, il consiglio contestualmente conferma la deliberazione di massima del 1884 con la quale fu concesso il solito sussidio — 500 lire al km. per 35 anni — alla linea Roccasecca-Formia.
Nel consiglio provinciale del 16 maggio 1910 il consigliere Visocchi comunica che l’ing. Vito Bruschini, ha presentato domanda al governo per la costruzione della Roccasecca-Formia, per cui chiede il previsto sussidio nella misura appena ricordata a patto che lui, o chi per lui, entro un mese abbia costituito la società incaricata della costruzione e della gestione della ferrovia e che questa, entro quattro mesi, abbia ottenuto la concessione statale.
Il sussidio, peraltro, è subordinato ad alcune modificazioni da apportarsi al progetto da parte dell’ufficio tecnico provinciale nonché all’impegno che «la ferrovia debba prolungarsi a spese del concessionario a quella qualsiasi opera marittima che il Governo andrà a costruire sul nuovo porto di Formia, per agevolare le operazioni d’imbarco e sbarco delle merci».
E poi c’è, come dire, la ciliegina sulla torta, ovvero «biglietti permanenti di libero percorso, in prima classe, ai Consiglieri provinciali, al Direttore della Segreteria provinciale, al direttore ed agli Ingegneri dell’Ufficio Tecnico Provinciale». Insomma, già allora la politica pensava solo alla politica.
Soddisfatti alcuni chiarimenti — al consigliere Mazzenga, che chiede quale sia il termine per la decorrenza del sussidio, e al suo collega Ruggiero, che propone la soppressione della condizione relativa al libero percorso — il consigliere Visocchi, si dice d’accordo sulla soppressione del libero percorso aggiungendo che il sussidio provinciale sarà dato un anno dopo che l’intera linea sarà aperta al regolare esercizio. E, così modificato, il consiglio approva all’unanimità.
Ma il ministero (29 novembre 1910) contesta alcune condizioni poste all’amministrazione provinciale di Caserta, rivendicando a sé stesso l’esclusività di certe decisioni, come pure quelle deliberate dai consigli comunali di Castelnuovo Parano, di Castellonorato, di Coreno Ausonio, di Formia, di Minturno e di San Giorgio a Liri che hanno subordinato la concessione del loro sussidio solo se saranno stati soddisfatte alcune loro richieste (ad esempio, costruzione di strade rotabili di accesso alle stazioni).
Passa un altro anno ancora e stavolta – è il 19 dicembre 1911 — lo stesso ministero contesta alla provincia di Terra di Lavoro di aver subordinato il proprio contributo (500 lire annue per 35 anni) al rilascio della prevista concessione governativa che dovrà avvenire nel giro di un anno ed al comune di Coreno Ausonio, invece, di averlo subordinato, alla costruzione della strada consortile di accesso alla stazione di Castelforte col concorso dello Stato e della provincia. Contestualmente il ministero raccomanda alla prefettura di Caserta di porre particolare attenzione nella partecipazione all’iniziativa di quei comuni che abbiano eventualmente superato il limite legale della sovraimposta.
Bruschini chiede la proroga di un anno per i termini della concessione al Consiglio provinciale che ne discute il 28 ottobre 1912: se per il consigliere Zanfagna potrebbero bastare anche solo due mesi, il suo collega Lucernari spiega che «il ritardo non dipende dal Bruschini ma dai Comuni che non si sono trovati in grado di espletare le pratiche di loro competenza. Comunque, se non si vuole accordare un anno, si accordino per lo meno otto mesi». Secondo il consigliere Testa, però, la verità è un’altra: «Parecchi Comuni, fra cui lo stesso Pontecorvo, si trovano ad aver ecceduto il limite massimo della sovrimposta, quindi per deliberare il sussidio occorre il Decreto Reale che autorizzi l’aumento dell’aliquota comunale. Sono lunghe pratiche burocratiche che richiedono del tempo» cosicché secondo lui «un anno non pare che sia troppo». Il consigliere Casertano, dal canto suo, è del parere che «quando il concessionario si è impossessato del progetto e della linea, impedisce ad altri di concorrere. Bisogna quindi non concedere proroghe, o concederle per breve tempo, nell’interesse non soltanto della linea ma dello stesso concessionario». Alla fine, si prende per buona la proposta di Lucernari e viene concessa una proroga di otto mesi (4, continua).
© Costantino Jadecola, 2020.