8 — Gli anni ’60 a Frosinone e provincia / PERCORSI DI GUERRA
Agli inizi degli anni sessanta il problema della viabilità è, per Frosinone, tra i molti, probabilmente quello più grave, al pari, forse, di quello idrico. Anche se, talvolta, i due problemi si fondono: «è sotto la pioggia che la città mostra il suo vero volto di capoluogo dei problemi insoluti», titola, ad esempio, II Tempo di sabato 17 gennaio 1959 che riferisce anche di una «rovinosa frana al centro di Frosinone» a causa della quale sono «in pericolo le case di quattordici famiglie».
Alla frana, avvenuta al di sotto del Liceo Ginnasio “Turriziani”, ha fatto seguito il crollo di una parte di un vecchio fabbricato già danneggiato dalla guerra: chi ne ha fatto le spese è stato Corso della Repubblica, che è anche via Casilina.
Viale Mazzini è, all’epoca, «una bella strada che si snoda elegantemente attraverso la campagna frusinate completamente viva di colori nei suoi riquadri coltivatori — scrive Italo Biddittu, solo che — transitare su questa strada è più facile da automobilisti che da pedoni, essendo questi ultimi minacciati molto spesso di essere investiti dal veloce traffico meccanico che vi si svolge» tant’è che gli incidenti, anche mortali, sono quasi all’ordine del giorno.
Ancor più drammatica la situazione della piazza della stazione paragonata ad un «villaggio dell’Africa nera»: «lo stato della pavimentazione della zona è da anni in completo abbandono: bastano poche gocce d’acqua per tramutarla in pantano fangoso». Si parla intanto di bonificare la zona di colle Campagiorni e di piazza Garibaldi con la demolizione di alcune costruzioni. Ciò consentirà di poter realizzare «Una viabilità moderna e funzionale». Intanto, però, «mentre aumenta ogni giorno il numero degli automezzi», è «sempre più grave il problema del traffico nel centro». II giovedì, poi, giorno di mercato, «camminare diventa un’impresa rischiosa».
Si è dunque perfettamente consapevoli che «solo nuove arterie risolveranno il problema della viabilità». Tra le ipotesi, la via Casilina sud, prima di imboccare viale Napoli, dovrebbe procedere nella vallata retrostante al palazzo dell’amministrazione Provinciale, attraverserebbe via Gaeta che conduce alla Stazione e dopo aver attraversato via Marittima dovrebbe raggiungere la Casilina nord».
«La già esistente e risicata via Fosse Ardeatine», dal canto suo. dovrebbe seguire il tracciato della vecchia ferrovia della Stefer per imboccare l’Alberata poco dopo il mattatoio. Ma nuove strade, come via De Gasperi, che dovevano servire a «snellire il traffico ed evitare i pericolosi ingorghi che si creano al corso della Repubblica» sono chiuse al traffico per via di «continue interruzioni e smottamenti». Via Marittima, dal canto suo, è soffocata «da un mare di fango».
Enzo Salines pone «il grave problema dell’urbanistica alla base dei problemi di Frosinone» nel cui contesto, «la mancanza di moderne e razionali vie di collegamento, rende sempre più disastrosa la situazione»: se i parcheggi cominciano a diventare una necessità, per l’inadeguatezza delle strutture viarie si aggrava sempre più «la frattura tra vecchio e il nuovo centro della città».
Approssimandosi le elezioni amministrative, il problema viabilità è ricorrente: «Eterna ‘incompiuta’ via De Gasperi nonostante centotrenta milioni stanziati»; «Nel capoluogo si costruiscono strade che non servono a snellire il traffico (il riferimento è a via Firenze, già via Lenticchie)»; «Milioni di parole ma non un mattone per il risanamento di corso della Repubblica»; «I cittadini che abitano a via Napoli attendono il completamento dei lavori stradali».
Ma non accade niente. (8, segue)
© Costantino Jadecola, 1990.