6 – Gli anni ’60 a Frosinone e provincia / SCUOLE AL PALO
«La scuola frusinate è rimasta all’anno zero»: con un articolo che questo titolo sintetizza perfettamente Antonio Jadanza denuncia su Il Tempo(1 luglio) la disastrosa situazione dell’edilizia scolastica nel capoluogo da cui si salvano solo il Liceo classico che ha una propria sede — «ma è opera anteguerra» — e le Scuole elementari il cui edificio è del 1926 o giù di lì.
Ad esempio, poi, è sempre «nel regno dei sogni» il nuovo edificio del Magistrale per cui studenti e professori sono costretti a passare un altro anno scolastico in locali assolutamente insufficienti e inadatti. L’Istituto, intitolato al ‘Fratelli Maccari’, era stato istituto all’inizio dell’anno scolastico 53–54 ed alloggiato inizialmente in un edificio piazza Valchera per essere quindi trasferito all’ex pastificio Magni, vicino al mattatoio. Dove, appunto, gli inconvenienti non mancano: tra gli altri, «un deposito della nettezza urbana alle spalle delle aule rende impossibile a volte lo svolgimento delle lezioni».
Altra situazione precaria è quella dell’Istituto per l’Avviamento professionale. Dei 641 alunni, una buona metà è ospitata presso l’ex palazzo GIL e l’altra in via A. Paleario, di fronte al mercato coperto, in locali già fruiti dall’INPS. Nei primi anni della sua istituzione questa scuola era stata sistemata nei locali delle carceri mandamentali in attesa di una soluzione definitiva. Ma l’asta per l’appalto dei lavori di costruzione dello specifico edificio viene espletata solo agli inizi di febbraio dopo che la vicenda ha dato luogo ad una lunga e sconcertante storia emblematicamente sintetizzata come quella delle «aste fasulle».
Ad uno «scandalo» ne potrebbe seguire un altro. Un lettore, il 5 aprile, denuncia una presunta «divisione per ‘censo’ nelle scuole del capoluogo». Ma il caso non si ‘sviluppa’ più di tanto.
Col primo ottobre inizia a funzionare, presso quello Classico, il Liceo Scientifico, seppur limitatamente alla sola prima classe (35 alunni); e, sempre nel capoluogo, si prospetta, per le scuole elementari, il problema dei doppi turni. Ma il Provveditore agli Studi, Reina, assicura che «verranno probabilmente eliminati entro l’anno».
E, in provincia, quale è la situazione scolastica agli inizi degli anni Sessanta? Stando ai dati del Provveditorato, rispetto all’anno scolastico precedente (59/60) le Scuole medie hanno un incremento di 14 classi e 574 alunni e di ben 59 classi e 1120 alunni le scuole per l’Avviamento professionale, scuole di cui beneficiano, tra gli altri, Giuliano di Roma, Amaseno, Pofi, Arce, Sant’Elia Fiumerapido, Casalvieri, Osteria della Fontana, ad Anagni e Vico nel Lazio.
Sora, intanto, reclama che occorre statizzare sia l’Istituto Magistrale che, scrive Antonio Bevilacqua, «attualmente può essere frequentato soltanto da chi dispone di ingentissime somme ed è riservato alle sole persone privilegiate» che quello Tecnico Femminile. Ma si chiede anche l’Istituzione del Liceo Scientifico.
Crisi di aule vengono segnalate ad Arpino ed Isola Liri; le scuole di Isoletta vivono invece una singolare avventura: «Il Consiglio comunale ha varato la costruzione di un edificio scolastico in una località dove il proprietario del terreno dovrebbe far sorgere un complesso industriale», a Ceprano, grazie all’Istituto Professionale, «nuove prospettive si aprono per le ragazze della zona che potranno frequentare i corsi di abbigliamento per sarte».
Anche se i tempi sono quelli che sono provoca ugualmente un titolo a tre colonne la notizia che a Cassino «i ragazzi della II B, III B e IV B del ramo Ragionieri dell’Istituto Tecnico statale ‘Medaglia d’Oro Città di Cassino’» hanno avuto «ciascuno due giorni di sospensione e cinque in condotta perché avevano scioperato reclamando per il riscaldamento dato il perdurare del maltempo».
Fortunatamente, però, sulle scuole del Cassinate si abbatte anche una pioggia di milioni, quasi un paio di miliardi, che interessa in particolare i comuni di Piedimonte San Germano. Esperia, Pignataro Interamna, San Giorgio a Liri, Sant’Ambrogio sul Garigliano, Cassino, Atina, San Vittore del Lazio e Vallerotonda.
Ma in quel 1960, oltre che di aule, c’è anche crisi di Direttori didattici.
Ad Alatri, gli ex allievi del Conti-Gentili, in occasione del loro III convegno, conferiscono una medaglia d’oro a Padre Bucci; a Frosinone e a Sora, invece, gli studenti manifestano contro le assurde pretese ‘austriacanti’ per l’Alto Adige.
Intanto, i risultati degli esami di maturità al ‘N. Turriziani’ del capoluogo fanno quasi gridare allo scandalo: «su sessantotto candidati ammessi, solo dodici del capoluogo e tre di Ferentino hanno conseguito gli esami di maturità». Ne consegue che «la severa selezione ripropone il problema degli esami di Stato» (6, segue).
© Costantino Jadecola, 1990.