5 — Gli anni ’60 a Frosinone e provincia / ARRIVA L’AUTOSTRADA
All’epoca della progettazione dell’Autostrada del Sole «si temeva, e forse non a torto, che la Casilina nel giro di pochissimi anni avrebbe perso molto della sua importanza» (19 marzo). Cosicché, è «anche comprensibile la decisa alzata di scudi» da parte di molti in sua difesa. Però, passato l’iniziale momento di «euforia», la strada finisce in breve nel dimenticatoio tant’è che, essendo stata esclusa da un vasto programma di riammodernamento deciso dal Consiglio di Amministrazione dell’ANAS, deve intervenire il ministro Andreotti.
Ma non accade ugualmente nulla dal momento che, nel giro di qualche mese, Il Tempo(30 novembre) torna sull’argomento per segnalare che «l’Anas continua a ignorare la preziosa funzione della Casilina» lasciandola nel più completo abbandono. «Il patrimonio stradale della Ciociaria è già troppo scarso e deve, pertanto, essere difeso e conservato ad ogni costo se non si vuole, dopo, restare con una sola arteria principale — appunto l’Autostrada del Sole — che non potrebbe assolutamente soddisfare il fabbisogno della ‘viabilità provinciale’».
Si comincia a pensare anche alla costruzione di nuove strade come, ad esempio, alla Sora-Pescasseroli la quale dovrebbe apportare «benefici al commercio, al turismo, all’agricoltura». Ma la Cassa per il Mezzogiorno nicchia. Anzi, è convinta che «la spesa è superiore all’impresa».
È, invece, sicuramente di molto più ambizioso il progetto di un’autostrada da Roma alla Puglia attraverso la Ciociaria e, specificatamente, la valle del Sacco, Frosinone, Isola Liri, Sora, la Valle di Cornino, il valico di San Biagio Saracinisco, e via via fino a Lecce. «La necessità di un diretto, facile e rapido collegamento delle Puglie con Roma attraverso il Molise», scrive Antonio Arcese (26 novembre), «risale ai tempi dell’Unità Nazionale e trova le sue naturali radici nella stessa economia del paese dato che, tra l’altro, integra collegamenti tra il Nord e il Sud con quelli Ovest-Est e congiunge il Tirreno all’Adriatico con particolare riguardo agli approdi verso il Levante. Tale necessità fu alla base degli studi che ebbero inizio nel 1896 a cura della Società Italiana per le Strade Ferrate Meridionali e furono poi proseguiti, aggiornati e variati in modo che si potesse giungere alla costruzione di una ferrovia direttissima».
Ma le difficoltà emerse nel reperimento dei capitali fecero «saltare» l’iniziativa ferroviaria; in suo luogo si pensa, allora, ma siamo nell’immediato dopoguerra, ad una grande strada di comunicazione transappenninica. Di cui, di tanto in tanto, ancor oggi si parla.
Quella che si appresta a diventare una realtà è, invece, l’Autostrada del Sole. La cui realizzazione presta ovviamente il fianco a considerazioni di varia natura che, rilette oggi, potrebbero apparire a dir poco ingenue ma che tali, ovviamente, trent’anni fa non erano: «È noto che l’autostrada può essere attraversata con viadotti o con gallerie a seconda che si tratti di sovrapassaggio oppure di sotto passaggi. Orbene, mentre per gli incroci con le strade esistenti il problema non si pone, perché è già stabilito che va risolto in tal senso a totali spese dell’Ente concessionario dell’autostrada, esso si presenta in tutta la sua interezza per le nuove strade che dovranno attraversarla, nel qual caso la maggior spesa per i viadotti e per i sottopassaggi andrà a gravare, a seconda dei casi, sui modesti bilanci dei Comuni oppure su quello dell’Amministrazione Provinciale» (28 agosto).
Un problema tra i molti: dove collegare Fiuggi all’Autostrada? A Frosinone o ad Anagni? Se si sceglie Anagni si finirebbe col favorire quanti provengono da Roma e comunque dal nord a danno di chi viene da Napoli o dal sud. Se, invece, si sceglie Frosinone, scrive Antonio Arcese (22 dicembre) «oltre a creare un certo equilibrio tra nord e sud, si raggiungerebbe un altro grande risultato: quello di valorizzare turisticamente il magnifico, ma finora troppo trascurato, lago di Canterno, creando un passaggio lungo le sue rive ora deserte» (5, segue).
© Costantino Jadecola, 1990.