3 — Gli anni ’60 a Frosinone e provincia / CRISI, UNA COSTANTE
A metà luglio, in piena calura estiva, il Consiglio provinciale si interessa alla situazione economica della Ciociaria aderendo, «sia pure con qualche perplessità e qualche distinzione» ad un ordine del giorno presentato dai socialisti Minnocci, De Gozzi, e Bellusci, dal socialdemocratico Cocco, dal repubblicano Gabriele e dal democristiano Lisi.
Alla luce della «grave crisi in cui versa l’agricoltura»,degli «scarsi e spesso negativi risultati ai quali è pervenuto lo sforzo di industrializzazione» e della presenza di «un troppo elevato numero di disoccupati»; fa voti al Governo perché, tra l’altro, si legge nei documento, vengano «democratizzati e più ampiamente finanziati i consorzi di bonifica», «sia completata l’opera di miglioramento della viabilità provinciale» e si dia «nuovo impulso alla industrializzazione secondo criteri dì maggiore aderenza alla realtà economica provinciale».
Tra il 1952 ed il 1958 il reddito pro-capite della provincia di Frosinone perde ben 14 posizioni; nello stesso periodo, l’emigrazione supera l’incremento naturale demografico.
Contestualmente deve evidenziarsi, scrive Antonio Arcese (11 novembre) che «nel periodo 1952–1957, per l’attuazione di nuove iniziative industriali, per l’ampliamento e il riammodernamento delle attrezzature, per il credito di esercizio alle industrie e per l’acquisto di macchinari da parte degli artigiani, sono stati deliberati dagli istituti di credito, finanziamenti per oltre cinque miliardi di lire».
Che ci sia stato un progresso non lo si può negare. Ma non si può nemmeno fare a meno di considerare, scrive Marcello Pennacchia (22 luglio), che «il problema della industrializzazione e del benessere economico in Ciociaria è stato troppe volte oggetto dì teoriche discussioni ma mai di serie e concrete impostazioni ed iniziative. Anche se oggi nomi di complessi industriali quali la Brunsig, la Permaflex, la Italbed risuonano come eccezioni pronte a portare nel capoluogo un soffio rinnovatore nell’economia cittadina, tuttavia il problema sembra destinato a lontane realizzazioni o, addirittura, a ripensamenti che lasciano fondati dubbi anche sulla loro capacita di una pronta messa in opera e seria concretizzazione».
Secondo Antonio Arcese (19 agosto) un notevole sviluppo potrebbe ad esempio scaturire dall’ampliamento «delle ricerche e di perfezionamento delle coltivazioni di idrocarburi in atto nel territorio di Ciociaria. L’attenzione che sarebbe necessaria porre al problema del petrolio, oltre a derivare dalla comprensibile speranza di un serio rafforzamento dell’economia locale, è sorretta dall’indagine condotta, in modo organico e scientifico dalla Camera di Commercio fin dall’anno 1952».
Tutto ciò è poi avvalorato da numerose istanze di ricerca al Ministero dell’Industria e Commercio, talune di esse avanzate da società come l’Agip o la Bpd. Che però «giacciono inevase da anni».
Quando il 28 dicembre Renato Mastronardi traccia un profilo della provincia ciociara in occasione dei suoi trentaquattro anni, il quadro che ne vien fuori non è poi cosi malvagio anche se «il progresso raggiunto in tutti i settori è ancora inferiore alle reali possibilità di questa terra».
Insomma, «le attività di tutti i settori si sono sviluppate e potenziate, le popolazioni si sono maggiormente evolute ed emancipate ed hanno saputo dimostrare di aver compiuto passi giganteschi per inquadrarsi sempre meglio in tutti i settori della vita nazionale ed hanno dimostrato anche di possedere quelle ottime doti che giustificano in pieno quanto da anni andiamo sostenendo che l’intelligenza, cioè il lodevole e coraggioso spirito di iniziativa, nonché la tenacia nel lavoro e nelle opere della gente forte e gentile della provincia di Frosinone si sono rivelate ovunque conseguendo brillanti affermazioni che segnano un primato nella vita e nelle opere della nostra provincia’.
«Si sono rivelate ovunque», sostiene Mastronardi, «eccetto che a Frosinone dove il volto esterno della città non riesce, dopo tanti anni, ancora ad inquadrarsi in quel vasto quadro di progresso (…) e non sa darsi un aspetto che giustifichi il suo diritto di capoluogo e di guida deità provincia».
© Costantino Jadecola, 1990.